Con il patrocinio del Comune di Ostuni, del nostro Museo e grazie alla fattiva collaborazione della Proloco “La Bianca tra gli Ulivi” gli ostunesi ed i visitatori della Città Bianca hanno potuto ammirare, dal 9 al 15 ottobre, la personale di Valeria Ferrari “THE BODY CAGE” (foto della serata inaugurale in questa pagina), che aveva già entusiasmato i visitatori della sua precedente personale “i Colori dell’Universo“, tenutasi sempre nel Palazzo Tanzarella (Museo di Ostuni) in Via Cattedrale, tra il 21 ed il 28 agosto scorsi.
Lo storico dell’Arte Maria Giovanna Storsillo, presente alla serata inaugurale, così scrive della mostra di Valeria Ferrari: “La mostra di Valeria Ferrari è una esposizione d’arte che vuole far riflettere ad ognuno di noi che la condizione femminile ed il suo disagio non è solo una barriera fisica ma anche psicologica, concetto che si congiunge come un inno alla bellezza e un elogio alla forza generatrice della donna. Le sinuosità femminili da sempre rappresentate nell’iconografia orientale e occidentale, prendono sfoggio e si fanno strada sino al nostro secolo grazie ad un artista come Valeria. Riprendendo il tema delle Veneri dalle tradizioni primitive, agendo come un archeologa alla ricerca del reperto e delle antiche civiltà, l’artista fa emergere da porte antiche e oggetti adoperati nell’uso quotidiano, la forza languida delle donne, simbolo di grande bellezza. Nei due trittici Selfie e l’Eco del silenzio (quest’ultimo vincitore del Premio della Critica Michelangelo Buonarroti nel 2017 in Versilia) si esprime la totale appartenenza all’elemento materico della porta, che si pone come supporto rappresentativo per l’artista; quest’ultima con l’aiuto del gesso, cemento e petrolio, configura tre donne, sagome intrise non solo di un valore estetico ma anche di una capacità di saper raccontare all’osservatore la condizione della “donna-oggetto”, posta li in vetrina, pronta per essere scrutata, segnata, guardata e se vogliamo dire “violentata” anche con il solo sguardo. L’uso dei materiali come il petrolio ed il gesso, spiegano la filosofia perseguita dall’artista della pittura non duale, dove il petrolio dal colore cupo (facilmente associabile all’oro della società contemporanea) si contrappone alla purezza del gesso”.