venerdì 20 aprile alle 21 nella Chiesa di san Vito Martire
Ad esibirsi nella Chiesa che ospita il Museo di Civiltà preclassiche della Murgia Meridionale saranno 40 elementi del Centre culturel Italien di Parigi diretto da Lorenzo Cipriani si esibisce per la prima volta nella Chiesa di San Vito Martire in un concerto per solisti, coro e la straordinaria Ensemble Scarlatti.
Un evento unico in collaborazione con l’Istituzione di Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale. Ingresso gratuito.
IL GLORIA: Il meno conosciuto dei due Gloria sopravvissuti di Vivaldi, l’RV 588, fu composto presumibilmente durante l’attività di Vivaldi presso il Pio Ospedale della Pietà, istituto all’epoca noto per il suo coro particolarmente avanzato. La data di composizione tra questo Gloria e l’RV 589 è ancora in discussione, ma entrambi mostrano ispirazioni compositive l’uno dall’altro.
L’RV 588, come l’RV 589 scritto nella tonalità di Re maggiore, adotta ampiamente l’impostazione a due cori dello stesso testo del compositore veronese Giovanni Maria Ruggieri (il quale sarà numerato dal catalogo Ryom al RV Anh. 23). Sulla partitura autografa che Vivaldi possedeva ci sono annotazioni di suo pugno che dimostrano che egli ne aveva sicuramente rivisto la struttura. Il titolo originale del Ruggieri è “Gloria per due chori” ed è datato 9 settembre 1708.[1] Molti movimenti presentano ispirazioni da questa composizione e due movimenti (“Qui tollis peccata mundi” e “Cum sancto Spiritu”) furono copiati dal Gloria di Ruggieri (sebbene il “Qui tollis peccata mundi” ometta completamente il secondo coro e il “Cum sancto Spiritu” sia stato leggermente modificato). Il primo movimento del RV 588 è anche una versione estesa del RV Anh. 23, senza il secondo coro impiegato nel RV Anh. 23 e anche con le misure delle progressioni degli accordi.
MAGNIFICAT: Francesco Durante fu considerato nel Settecento una delle più importanti e rappresentative figure della scena musicale europea: è assai significativo che Jean Jacques Rousseau (nel suo Dictionnaire de Musique, Parigi 1762) giunse a definirlo, con uno di quei giudizi appassionati e, certo, eccessivi che gli erano propri, “le plus grand harmoniste d’Italie, c’est-à-dire du monde”.