Trent’anni fa. Ad Ostuni il “Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale” muoveva i primi passi. Inaugurato il 14 maggio del 1989, dopo che il Comune nel 1981 aveva acquisito la proprietà del Convento delle Monacelle, dove veniva allocato.

Era ancora lontana la notorietà nazionale, dovuta soprattutto alla scoperta della “Madre Antica” avvenuta nel 1992 nella Grotta di Santa Maria d’Agnano nel corso di una campagna scavi condotta da Donato Coppola, in quell’area che sarebbe poi diventata Parco Archeologico.  Da allora un interesse e una risonanza di ampia portata, come l’essere protagonista, nell’ottobre del 2015, di una puntata della trasmissione “Ulisse” condotta da Alberto Angela su Rai3. Solo per fare un esempio.

Trent’anni fa in pochi avrebbero scommesso su un successo di tale portata. Eppure c‘erano le premesse. Non si poteva immaginare che, negli anni a venire, ci sarebbe stata la scoperta di un reperto unico al mondo come lo scheletro di una giovane donna con il feto ancora in grembo, datato a circa ventottomila anni fa, scientificamente denominato “Donna Ostuni 1”, a ragione da ritenersi la Madre più antica del mondo.  Ma nelle teche del nascente del Museo di Ostuni si intravedeva, già da allora, la grande componente cultuale e storica.

Non a caso del nascente Museo di Ostuni si parlava sul numero 0 di “Abibis”, un periodico pensato per dare opportunità divulgativa ai momenti storici e culturali dell’area geografica e antropologica dell’Alto Salento, ossia quel cuscinetto di confine tra le antiche Terra d’Otranto e Terra di Bari.

Si riportava un saggio di Donato Coppola che descriveva il contenuto delle sei vetrine del Museo, portando così a conoscenza l’embrione del grande tesoro archeologico custodito dal nostro territorio.

Ma quel numero 0 di “Abibis” metteva in luce un altro “tesoro” custodito nella Chiesa delle Monacelle, sede del Museo: Un organo del ‘700 attribuito a Michele Sanarica.

Con competente maestria a descriverlo, per la prima volta, è l’esperto Domenico Morgante, musicologo di fama internazionale, che già da allora metteva in evidenza la necessità di un restauro urgente, che purtroppo, dopo trent’anni, ancora non realizzato.

Nel trentennale della nascita di “Abibis”, rivista dalla vita breve ma intensa, Michele Conte, Presidente dell’Istituzione Museo e Parco Archeologico, ha voluto dare visione storica a queste narrazioni pubblicando integralmente sul sito del Museo il “numero 0” della rivista [Sfogliatelo oppure scaricatelo da QUI].

Una buona occasione, oltre che per visionare quelle pagine inerenti il Museo, anche per avere contezza di altri momenti che hanno scandito la storia del nostro recente passato.

Possiamo rivivere la nascita del “Centro Emmanuel” a Ostuni, rileggere una intervista a Fulco Pratesi, allora presidente nazionale del Wwf, sull’emergenza ambientale della nostra provincia, gustarci la corrispondenza tra il famoso glottologo Gerhard Rohlfs e gli alunni di una scuola media. E tanto altro ancora.

Natalino Santoro