Monumento della nostra patria
Dicembre 1844: Negli Orti della Rosara, allora di proprietà del Capitolo Cattedrale, vengono rinvenute tombe di epoca messapica. I Messapi erano una popolazione illirica, stanziatasi in Puglia – nella penisola salentina – tra VII e III secolo a.C.
L’erudito Cosimo Arcangelo De Giorgi, nei suoi diari di viaggio pubblicati nel 1882, annota:
“Ho esaminato alcuni di questi sepolcri. Restano ad una profondità media da due a cinque metri dalla superficie del suolo, ed erano ricoperti da lastroni sui quali erano incise delle iscrizioni messapiche che andarono perdute. Gli ipogei invece, scavati nel carparo bianco erano di forma parallelepipeda, non avevano intonaco sulle pareti, non fregi architettonici; e l’altezza superava i due metri […] In tutti questi sepolcri si rinvennero oltre le iscrizioni, accanto agli scheletri, delle anfore, delle patere, degli unguentari, dei vasi in terracotta rustica e smaltata a una e due anse, delle lucerne fregiate di mascheroni, degli idoletti, dei giocattoli da bimbi e via via”.
Cosimo Arcangelo De Giorgi, La provincia di Lecce. Bozzetti di viaggio, Lecce 1882, vol. 1. L’11 gennaio 1845, convocato il Consiglio Capitolare al gran completo, il Canonico arcidiacono informa i confratelli del fortuito ritrovamento e manifesta la volontà di depositare i reperti in un apposito museo, allo scopo di «conservargli quali monumento della nostra patria». I reperti qui esposti, provenienti dalle tombe rinvenute negli Orti della Rosara, comprendono ceramiche a figure rosse, ceramiche apule a vernice nera, ceramiche di stile Gnathia e altre tipologie di ceramiche, tra le quali trozzelle, anfore, crateri, unguentari, lucerne e giocattoli.
Teodoro De Giorgio