La memoria di Ostuni

I testi esposti in questa sala documentano la storia delle monacazioni benedettine a Ostuni a partire dal lontano 1533, elencano i beni di proprietà del Monastero con la storia della città e della Chiesa locale e narrano le vite delle monache più pie. Insieme a questi testi sono esposti i volumi provenienti dall’Archivio Capitolare della Cattedrale di Ostuni e i preziosi ex voto provenienti dalle chiese del centro storico.

Al 1519 data l’arrivo a Ostuni delle monache benedettine, il cui Monastero venne eretto nel pieno centro cittadino. Da quell’anno, la comunità monastica vide l’ingresso di numerose giovani di nobile casato, sia come educande che come novizie, che scelsero di intraprendere la via benedettina dell’«Ora et labora» (in latino, ‘prega e lavora’). All’età di sei anni le fanciulle venivano ammesse in Monastero, su richiesta delle famiglie, per ricevere la necessaria educazione scolastica, morale e religiosa; trascorso un periodo di sei anni, molte di esse rientravano in famiglia e contraevano matrimonio, mentre le restanti intraprendevano un periodo di noviziato, durante il quale le fanciulle, a cui le famiglie dovevano consegnare una dote da offrire alla Badessa e garantire un vitalizio, erano tenute a dare prova della loro idoneità alla vita religiosa nella piena osservanza della regola monastica.

Le consistenti ricchezze portate in dote dalle giovani novizie garantirono il sostentamento della comunità monastica, grazie soprattutto alle rendite dei possedimenti. Le monache, che si dividevano in coriste (in genere di nobili origini e, per questo, letterate) e converse (di umili origini e, in prevalenza, illetterate), erano specializzate – come si è visto nella seconda sala del Museo – nella confezione di paramenti sacri ricamati in oro e nell’arte della musica e della pittura.

Teodoro De Giorgio